Maison Lizia
Magazine,  Reportage

L’Italia del gusto: la grande bellezza a tavola

Quest’anno il nostro corso è stato un viaggio alla scoperta dei prodotti tipici e dei piatti che caratterizzano la nostra bella Italia.

Da nord a sud alla scoperta  dei  piatti che ci caratterizzano e ci rappresentano nel mondo.
Un viaggio attraverso i sapori sulla scia di Expo 2015 per riscoprire le nostre belle cucine regionali, un patrimonio da difendere, frutto di saperi e produzioni locali, dispensatrici di sapori originali e vari.
Siamo partiti dalla Valle D’Aosta e tra storie, curiosità, ricette siamo giunti in Puglia dove ad attenderci ci sono stati i piatti della nostra tradizione sapientemente preparati dalle corsiste, anche se la nostra destinazione finale è stata la Basilicata.
Durante questo viaggio ho subito il fascino di diverse regioni, scoprendo io per prima curiosità e notizie sullanascita delle varie ricette.
Ho subito il fascino del Piemonte, regione a me molto cara, il fascino delle Marche ma solo preparando le lezioni sulla Puglia e sulla
Basilicata mi sono resa conto di quanto ami la mia terra, la mia murgia con le sue pietre carsiche.
Più volte ho parlato di luoghi dell’anima e mi sono resa conto che 2 sono le città che mi rappresentano: Polignano e Matera.
Entrambe nascono dalla roccia, con la prima lo sguardo si perde nell’ infinito del mare; la seconda invece ti conduce a un viaggio interiore, più profondo, alle viscere del nostro essere.

 

Con la spensieratezza e l’armonia tipiche delle “gite scolastiche” ci siamo recati  a Matera: la città dei sassi, patrimonio Unesco dell’umanità.
La città del pane. E’ la città dove Pasolini ha girato il suo film.
E’ la città che Mel Gibson ha scelto per rappresentare la “Passione di Cristo”. La città che da ”vergogna nazionale”, il 17 ottobre 2014 è stata eletta “città della cultura 2019”.
“Arrivai a una strada che da un lato era fiancheggiata da
vecchie case e, dall’altro costeggiava un precipizio….
Con queste parole Carlo Levi descrive Matera nel suo Cristo si è fermato ad Eboli.
Il precipizio è la Gravina: un canyon che incide l’altopiano roccioso della Murgia.
Formato circa un milione di anni fa con l’inizio dell’emersione dell’area e l’abbassamento del livello del mare.
Sulle pendici di questo altopiano sorge la città che vista da Murgia Timone si distingue in tre quartieri: a sinistra il Sasso Caveoso dove gran parte delle case sono scavate nelle grotti su vari livelli del pendio disposte come un anfiteatro romano.
Al centro svetta il campanile del duomo che sorge sulla Civita, la cittadella medioevale fortificata. A destra il Sasso Barisano, ricco di portali scolpiti e fregi che ne nascondono il cuore in pietra.
Affascinati dalla bellezza disarmante di Matera ci siamo persi nei sui vicoli, sbirciato dal belvedere il fascino di questo museo a cielo aperto punteggiato dalle numerose chiese rupestri sparse lungo i pendii delle gravine protette dall’istituzione Parco della Murgia Materana.  
Una città “granitica” che non smette di stupire con le sue case grotta, le chiese romaniche e la magnificenza delle chiese barocche e poteva mancare l’acquisto del pane in uno dei forni del centro?
Passeggiare per le sue strade e i suoi vicoli, riporta a un passato lontano, fatto di fatica, di una vita vissuta ai limiti della sopravvivenza.
Tappa finale della nostra visita il concept-bar   “Area 8” sede della nostra lezione fuori aula dedicata alla scoperta dei prodotti tipici
della Basilicata, ma anche sede della nostra degustazione a base di pane: le chips e la famosa “cialledda”, le prime rappresentano l’innovazione, la “cialledda” ci riporta alla tradizione.

 

 

Perché, tutto cambia intorno a noi.
Noi stessi cambiano, ma ci sono città, tradizioni e piatti, che restano immutati nel tempo, di cui noi
siamo solo custodi nel cammino della nostra vita,  Matera con la “sua cultura” è una di queste città.

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