Crème brulèe di Amelie
Quando le ragazze mi hanno comunicato il film che avrebbero preparato per oggi devo dire che ho trovato la scelta molto azzeccata.
Ho visto il film e ricordo la protagonista come una dolce “squinternata” ragazza…. ovvero come mi sento io in questi giorni!
Tralasciando il dolce mi sento di sicuro squinternata, chiusa nel mio mondo fantastico a parlare col mio cuscino.
No, no, vi assicuro che non sto scherzando, il mio più grande piacere in questi giorni è vedere la mia pressione che aumenta e dato che faccio troppa fatica a leggere mi perdo nelle trame dei film…. stasera di sicuro rivedrò Il favoloso mondo di Amelie.
“Una giovane ragazza con un gusto pronunciato per i piccoli piaceri della vita: immergere la mano in un sacco di legumi, spaccare la crosticina della crème brulée con la punta del cucchiaino e far rimbalzare sassi sull’acqua del Canal Saint Martin”
Sin dalla prima scena, il film ci viene presentato come un luogo favoloso che non predica l’oggettività, non illustra la verità, il mondo presentatoci è invece una deformazione della realtà e dei suoi avvenimenti. E la protagonista di questo posto incantato è la particolarissima Amélie, giovane cameriera di un bar parigino, e saranno proprio i suoi grandi occhi scuri che ci racconteranno e descriveranno storie, sensazioni, personaggi…
I colori, in particolare le sfumature calde del giallo, e le percezioni sensoriali sono lo sfondo di questa pellicola francese del 2001 in bilico sul confine tra finzione e realtà, su un limite spinto fino all’assurdo e al fittizio.
Il luogo e il tempo sono dei dati fornitici dal film, ma la scenografia suggerisce tutt’altro: un universo parallelo che si allarga sempre più per prendere in considerazione nuovi soggetti ed elementi. Anche i personaggi che figurano ne “Il favoloso mondo Amélie” sono inverosimili e dalle personalità improbabili con storie che sono spesso e volentieri scollegate dal resto del racconto, ma si adattano perfettamente ad un dismorfismo generale che caratterizza il film.
Questo virtuosismo che rende il film particolare e gli conferisce uno stile proprio è assimilabile al famoso quadro di Renoir “La colazione dei canottieri”. Non solo i colori, la composizione e la situazione artistica, ma le sensazioni che il dipinto evoca sembrano essere onorate nella pellicola, e lo stile e l’ambiente sono pressochè identici. Il mezzo è diverso, ma ciò non delimita un’unicità artistica sconnessa dall’ambiente circostante, ambiente che sceglie e rielabora il materiale tenendo sempre a mente lo scopo per cui si crea un’opera: il gusto dell’arte.
La stessa voglia di dimostrare, quasi ostentare, e di rielaborare la si può trovare nella crème brulée, semplice crema inglese composta da ingredienti poveri e quotidiani, che presenta però una particolarità nella composizione che la differenzia dalla più banale crema pasticcera: una croccante sfoglia di zucchero caramellato sull’estremità.
(Francesca Conserva)
TITOLO DELLA RICETTA: Crème brulèe
300 g di panna liquida, 1 dl di latte, 3 uova, 50 g di zucchero semolato, 3 cucchiai di zucchero di canna
PROCEDIMENTO
Preparare un bagnomaria nel forno a 170°C. Battere i tuorli con lo zucchero semolato, unire il latte e la panna, amalgamare bene. Versare il composto in 6 stampini monoporzione e infornare per circa 20 minuti.
Appena la crema comincia a dorare, sfornare e lasciare intiepidire. Cospargere la superficie con un sottile strato di zucchero di canna. Fare caramellare lo zucchero sotto il grill o usando il cannello a gas.
CITAZIONE DEL FILM “La vita è solo un interminabile replica di uno spettacolo che non avrà mai luogo”