Casa Sgarra – una storia di famiglia –
Nasce a Trani, città slow, “Casa Sgarra”, una storia di famiglia. A raccontare questa storia lo chef stellato Felice Sgarra con i fratelli Roberto e Riccardo.
La storia riguarda il concetto di famiglia e la visione di raccontarla attraverso un piatto, degustando un vino e con quell’accoglienza che solo in famiglia ritrovi.
Il concetto di casa riveste una molteplicità di significati che vanno ben oltre le quattro mura domestiche.
Casa significa accoglienza, odori, sapori, sicurezza, emozioni, intimità. E’ il luogo in cui ristorarsi, rilassarsi, ritemprarsi.
Nel 1983 Proshansky ha definito il concetto di casa come dimensione del sé, della propria identità personale e del proprio vissuto.
Concetto, reso tangibile dai tre fratelli andriesi: Felice, Riccardo e Roberto e che si respira varcando la soglia di Casa Sgarra.
Un luogo dove ti senti al sicuro.
Un luogo Casa Sgarra, depositario di significati simbolici, che racconta velatamente la storia di famiglia.
Una storia che ha radici ben fondate nella terra.
Ed è proprio il color terra, che ti accoglie e avvolge all’ingresso.
Un omaggio ai genitori Sgarra e a nonno Felice, contadino e ortolano, nonché produttore di sementi.
Tutta Casa Sgarra è un contenitore che ben rappresenta i tre fratelli.
I cubi gemellari che si fronteggiano.
Il blu del mare e del cielo per Felice.
Una ricca cantina con ben 360 etichette, che rappresenta il percorso enologico di Riccardo, dalla Puglia, al Piemonte passando da Borgogna e Champagne.
Il verde sobrio e rassicurante per Roberto.
Gemellarità che si ripete nei tavoli in sala e nelle fioriere all’esterno con la bouganville in omaggio alla sorella Mariateresa.
Un contenitore che custodisce i ricordi e il vissuto dei tre fratelli che si sono distinti nel mondo.
“Ognuno per il proprio ruolo, ed ora provano a capitalizzare l’esperienza acquisita per valorizzare il proprio territorio natio”.
Lo fanno all’altezza dell’eccellenza della professionalità di ciascuno: Riccardo raccontandosi attraverso i suoi vini, Roberto accogliendo gli ospiti e Felice attraverso i suoi piatti.
Tre fratelli pronti a raccontarsi con il sorriso.
Mentre si raccontano con un calice di briose bollicine Valentina Riserva Elena 2016, ti stanno aprendo il loro cuore, la loro casa.
Ti stanno mettendo a proprio agio per farti essere semplicemente te stesso.
“A Casa Sgarra – afferma Riccardo mentre stappa con maestria la bottiglia – sei nella nostra casa, fai parte della famiglia, sei con noi attraverso un percorso sensoriale, perché basta un piatto per far viaggiare le papille gustative lungo la strada dei ricordi”.
I ricordi sono quelli che ti lascia una cucina fatta con il cuore, che si ispira all’antico, ai sapori della terra 100% pugliese.
Sapori, bellezza e ricordi convivono nei piatti dello Chef stellato Felice Sgarra, che ha fatto suo il concetto cardine del pensiero di Socrate.
“L’unica cosa che so è quella di non sapere”.
E, “il non sapere” è il punto di partenza di Felice, per una continua ricerca e per un continuo mettersi in gioco con la consapevolezza di non fermarsi mai.
Ogni creazione di Felice è raccontata da Roberto, ponte tra la cucina e la sala, mentre Riccardo come in un valzer tra i sapori ti riempie il calice.
Come in un concerto, a tavola suona una dolce melodia abilmente suonata dai tre fratelli, il viaggio delle emozioni, la danza dei sensi è cominciata.
Una danza che solletica le papille gustative con il Pinzimonio in abbinamento a Ceretto Blanchè – Langhe Doc Armeis, in versione magnum, perché come afferma Riccardo un pranzo tra amici – richiede sempre una magnum -.
La musica piano piano si arricchisce di note quando a tavola viene servita l’Ostrica con gelè di campari e limone fiammato, lo chef qui sta abilmente giocando con i sensi e con il quinto gusto a lui caro “l’Umami”.
Ma le papille gustative saranno in festa con l’Insalata di crostacei su panna acida con lampone disidratato, consistenze di limone e a completare il piatto il profumo di bergamotto.
Riccardo nel frattempo ti riporta in Puglia con Edda, un bianco pugliese delle Cantine San Marzano. Un vino dal colore giallo paglierino, con riflessi dorati, elegante, fresco e minerale.
Il viaggio continua nell’entroterra pugliese con la Parmigiana di melanzana, con burrata di Andria ed il pomodoro cotto e freddo in abbinamento al rosato Girofle della cantina Severino Garofano.
Di intermezzo in questa sinfonia di sapori ecco arrivare a tavola l’interpretazione di Pane e olio con alla base olive nere disidratate, olio evo da coratina e spuma di pane.
Un consiglio: gustate il piatto in verticale, per assaporarlo nella sua interezza.
L’abbraccio tra terra e mare avviene con gli Gnocchi realizzati con patate di Zapponeta, su crema di zucchine, sautè di vongole e chips di tarallo.
Il vino che accompagna questo piatto è Imprint delle cantine A mano: un dolcetto pugliese da uve autoctone 100% sussumaniello, che col suo colore rosso intenso resta elegante e gioviale.
Il concerto è quasi alle sue battute finali.
Le sue note sono suadenti con la Triglia alla pizzaiola su fondo di datterino giallo, fagiolini dell’orto “Sgarra”, profumata con origano fresco e secco della Murgia, cipolla di Acquaviva delle Fonti, pomodoro crudo di Galatina, con squame croccanti e con il tocco acido del limone e dell’aceto di lampone.
Non è questo un piatto che parla tutte le lingue pugliesi?
Un piatto che incontra l’anima piemontese di Riccardo che propone in abbinamento un calice di Bric del Fiasc 2012, un barolo delle cantine Paolo Scavino.
Un vecchio proverbio dice – La bocca non è stanca se non sa di vacca – e come pre-dessert viene servito un Crumble al cacao con gelato al miele e erborinato podolico.
Il viaggio, senza carta geografica e senza tempo è ormai giunto alla sua conclusione con lo Sporcamuss.
Dolce tipico della tradizione pugliese ma che parla la lingua dell’amore e dei ricordi di Felice Sgarra: una pasta sfoglia farcita di crema chantilly e crema al limone su crema al latte, polvere di rosmarino e ananas.
Alla fine di questo viaggio, di questo concerto sensuale i confini della memoria hanno incontrato i confini della passione per il cibo che nutre, ma che è anche arte, cultura, amore verso una terra con le sue materie prime e le sue tradizioni.
“Casa prima di essere un luogo è uno spazio che ci portiamo dentro”.
I fratelli Sgarra hanno dato vita a questo spazio condividendolo con i propri ospiti, affinchè ciascuno si conceda del tempo e dello spazio tutto per sé. Affinchè ciascuno si alzi da tavola con il sorriso, con la voglia di ritornare e di provare altri percorsi sensoriali.
Credo che Isabelle Allende in Afrodita abbia dedicato questa frase proprio a Felice, Riccardo e Roberto:
“…a quelli epicurei che scelgono amorosamente gli ingredienti più freschi e sensuali, li preparano con arte e li offrono come un regalo per i sensi e per l’anima; quegli uomini capaci di stappare con stile una bottiglia, annusare il vino e mescerlo nel nostro bicchiere per farcelo assaggiare, e che al contempo descrivono la sugosità, il colore, la morbidezza, l’aroma e la consistenza di quello che stiamo degustando…”
Casa Sgarra
– una storia di famiglia –
Lungomare Cristoforo Colombo, 114
76125 Trani