Maison Lizia
Magazine,  Reportage

Io sommelier AIS….

“la nostra esistenza è un collage di momenti di gioia, emozioni, sorrisi, dolori, traguardi, nuove sfide….”

Dopo qualche settimana voglio condividere con Voi il mio ultimo traguardo: 17 marzo 2016  esame del terzo livello Ais che mi ha promosso Sommelier!

Tre livelli: dall’approccio alla degustazione, alla viticoltura, il vino in Italia e nel mondo e finalmente quello che fin dalla prima lezione aspettavo, l’abbinamento cibo-vino.

La  scoperta di un mondo: quello della vite, della vigna, del terroir. Dell’uva che diventa vino, passito, distillato… il mondo del sommelier, ovvero il “professionista del vino” che lo ama, lo racconta, lo descrive, che narra la sua storia!
Mi sono iscritta al primo livello per completare la mia figura di maestra di cucina imparando l’abbinamento corretto dei vini ai piatti, ma lezione dopo lezione è nato un amore, ho scoperto un universo sensoriale che a volte giace assopito e che invece se stimolato ci guida alla storia del vino, alla sua evoluzione, a sapori, odori e profumi che narrano un territorio.
Già dalle prime lezioni il mio entusiasmo per questo mondo cresceva e restavo incantata davanti alle degustazioni guidate del dott. Baldassare.

 

IL MIO PERCORSO DA SOMMELIER

  • Ho cominciato ad allenare i miei sensi: vista, olfatto e gusto.
  • Ho cominciato a immagazzinare profumi e sapori.
  • Ho cominciato a soffermarmi sui tipi di terreni, vigne e forme di allevamento.
  • Ho cominciato a scrivere un “taccuino nero” su cui annotare le sensazioni percepite durante le degustazioni.
  • Ho cominciato ad amare il vino non più come semplice “nettare degli dei” ma come un insieme di valori composti dal terreno, dal vitigno, dal sole, dalla pioggia o dal vento… dall’insostituibile lavoro dell’uomo che alleva e cura ogni vigneto, lo difende dalle malattie, vendemmia i suoi frutti e li vinifica per giungere finalmente nel bicchiere.
Ricordo ancora la prima lezione del delegato Ais Murgia Enzo Carrasso che oltre a illustrare la struttura del corso e il ruolo del sommelier, ci ha introdotti in questo fantastico mondo.
Ricordo  la bellissima lezione di Manuela Corneli così coinvolgente e se chiudo gli occhi quasi assaporo quel vino giallo dorato tanto ricco e intenso all’olfatto quanto avvolgente al palato
Ricordo la scintilla scattata tra me e il primo calice di “Franciacorta”.
Le “bollicine” che si stappano cosi con nonchalance senza pensare a quanto lavoro e attenzioni racchiude quella bottiglia prima di giungere sulle nostre tavola.

Cosi, lezione dopo lezione, scoperta dopo scoperta sono giunta al terzo livello che non è il semplice o il giusto abbinamento, ma ancora una volta un mondo di “sensazioni” e per dirla alla Luigi Veronelli:

Come succede nei matrimoni, tra vini e cibi esistono incompatibilità di carattere; vanno quindi sposati con giudizio”.

 

ANSIE DA ESAME

Tre livelli, tante degustazioni e tante scoperte.
Un amore profondo tra me, il vino e il cibo… ma quest’amore sarebbe bastato ad affrontare l’esame finale da Sommelier.
Assolutamente nooo.
C’era da studiare tutto il programma dei tre livelli, da memorizzare le DOC e le DOCG di tutte le regioni d’Italia.
Il metodo champenoise e lo charmat, la composizione del vino, il ciclo vitale della vite… questi solo alcuni degli argomenti senza tralasciare la Francia, la Spagna… bhè devo dire che ho tralasciato il Sud Africa e naturalmente è stata una domanda del questionario!

Il mio “taccuino nero” è diventata la mia “bibbia”, era sempre con me per ripetere. In cucina ho affisso dei cartelloni con tutte le DOC e le DOGC, a tavola ogni riferimento era per le sensazioni che quel determinato piatto provocava. Nel tragitto casa-scuola in macchina le domande erano: “mamma ci dici le DOC del Veneto? Quante DOCG ha il Piemonte e la Lombardia e la Puglia….?”
adesso mentre scrivo, un sorriso nasce spontaneo ed è  rivolto a chi in quei giorni mi ha sopportata, a Eleonora e Massimiliano che hanno creduto in me e che sicuramente ora sanno “tutte le denominazioni d’Italia”.

17 MARZO 2016 Eccoci alla data fatidica.

Tante emozioni, tanta tensione nell’aria.
Ogni esaminando ne ha approfittato per ripetere fino all’ultimo… io compresa!
Ogni volta che un esaminando finiva la domanda era: “Cosa ti hanno chiesto?”. Certo le prime volte, perchè poi ciascuno si è reso conto che le domande erano tante e diverse…
Ed eccomi lì alla prova servizio ad accarezzare un decanter che per un secondo ho dimenticato il suo nome… poi eccomi li faccia a faccia col dott. Baldassare. Imbarazzata e intimidita ho cominciato la degustazione di un eccellente vino rosso granato con riflessi aranciati, segno di un vino invecchiato con profumi intensi di frutta secca, spezie, confettura di frutti rossi…
Poi eccomi a parlare di scheda a punteggio, della Repubblica Sudafricana, della Borgogna e di quale vino accostare al cioccolato….

ESITO
Enzo Carrasso si avvicina al tavolo, ascolta le ultime risposte e chiede: “Allora?”
“La facciamo sommelier…” risponde il dott. Baldassare
Sono rimasta senza parole lasciando spazio alle emozioni, alle lacrime che solcavano il mio viso e all’abbraccio a Enzo e al Dott. Baldassare, con la consapevolezza che non si era appena concluso il corso da sommelier e che essere lì non poteva essere considerato un punto di arrivo ma un punto di partenza!

ASPETTANDO IL 12 GIUGNO…E’ la data di consegna degli attestati, sto preparando la divisa… ma volevo condividere con voi il percorso prima di vivere un’altra “emozione”
“Dicono che le emozioni sono supervalutate, ma le emozioni sono tutto quello che abbiamo”.

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