Sagrantino di Montefalco
Territorio, clima e l’amore dei vignaioli umbri danno vita a un vino unico che rappresenta una terra.
La terra è l’Umbria nel territorio di Montefalco a Perugia e il vino è il famoso Sagrantino di Montefalco, ottenuto dall’ononimo vitigno autoctono, uno dei più antichi dell’Umbria.
Nulla si sa di certo sulla sua origine, anche se una delle ipotesi più accreditate è che fu impiantato ai piedi di Montefalco dai frati francescani durante il famoso Capitolo delle Stuoie nel 1452.
Il nome deriva probabilmente dal fatto che “questo vino dolce” si usasse come vino sacro durante la messa e che fosse consumato nei giorni festivi.
Sebbene di terre piantate a vigna nelle terre di Montefalco si scriva già nell’anno 1000, la menzione
“all’uva sagrantina” più antica risale al 1549 come testimonia un’ordinazione fatta da un mercante ebreo di Terni e da sua moglie Stella.
Nel Rinascimento, il Sagrantino di Montefalco dolce e pregiato è noto e molto apprezzato. La sua fama, nel corso dei secoli, cresce fino ad ottenere nell’800 i primi riconoscimenti per il vitigno e il suo nobile vino.
Nel 1925, alla Mostra enologica dell’Umbria, Montefalco è definito centro vinicolo più importante della regione.
Negli anni che seguono, il mercato sembra averlo dimenticato e gli stessi vignaioli umbri producono il vino dolce passito quasi per tradizione e per uso casalingo.
Nel 1971, un illuminato imprenditore, Arnaldo Caprai, punta sul territorio e sul vitigno che custodiva: il Sagrantino.
In questi anni nasce il Sagrantino secco, di cui la prima vera e grande vendemmia risale al 1972, anno che ne segna la rinascita.
Le caratteristiche organolettiche del Sagrantino di Montefalco
Un vino rosso solenne, alcolico e con un tannino ben riconoscibile, ammorbidito dall’affinamento per 22 mesi in barrique di rovere francese e da un successivo passaggio di almeno 6 mesi in bottiglia.
Rosso rubino scuro in giovinezza che tende ad assumere riflessi granati nel tempo.
Un vino che guarda al futuro, capace di dare il meglio di se nel tempo.
Al naso offre un bouquet complesso di spezie: liquirizia, cannella, pepe nero, caffè, chiodo di garofano, vaniglia.
Riconoscibile una spiccata nota balsamica e ti inebria con i profumi di viola, di confettura di mora.
Tutti aromi che si ritrovano già al primo sorso con un gusto potente ma al tempo stesso fine ed elegante, con un grande e seducente tannino.
Sagrantino di Montefalco passito: il vino della Pasqua
La versione più intrigante di questo pregiato e unico vino è il passito.
Un vino con una grande complessità, ricco di sfumature speziate che va dall’ incenso ai frutti sottospirito di ciliegia e prugne mature.
La sua dolcezza si avverte già al naso.
Inebria con i sentori di cannella e vaniglia e la dolcezza della marmellata di more e fragole.
Dolce e caldo, morbido e intenso al gusto con un tannino capace di lasciare il segno.
Temperature di servizio
-16/18° servito in ampi calice in modo che il vino si possa ossigenare lentamente
– 20° se la bottiglia ha 20 anni
Abbinamenti
Il Sagrantino secco è ideale per accompagnare arrosti di carne della tradizione Umbra.
Il Sagrantino Passito si può abbinare ai dolci da credenza della tradizione umbra, a dessert, compresi quelli a base di cioccolato, ma può anche accompagnare la degustazione dei formaggi.