Ricette tra le righe: crostata di ricotta
Ricette tra le righe, un nuovo corso con obiettivo cogliere attraverso la lettura dei romanzi la bellezza del cibo e delle emozioni.
Come ogni anno eccomi puntuale a fine ottobre a inaugurare un nuovo anno di corsi di cucina.
Nuove lezioni, nuovi e vecchi corsisti, nuove storie e nuove ricette.
Tema di quest’anno è: Ricette tra le righe
Obiettivo del corso Ricette tra le righe è cogliere attraverso la lettura dei romanzi la bellezza del cibo e delle emozioni.
Perchè, ogni racconto, ogni libro, ogni scena che parla di cibo, racconta di un pezzetto di una società con le sue tradizioni, usi e costumi.
Ingredienti, pietanze, ricette, storie che diventano protagonisti e a volte vere e proprie icone della letteratura, del cinema, delle serie tv.
In Ricette immorali di Vesqez Montalban il cibo è seduzione.
In Gabriella, garofano e cannella o in Dona Flor e i suoi due mariti il cibo è sensualità.
Diventa magia per Vianne di Chocolat e per La maga delle spezie.
Per Tita di Dolce come il cioccolato, il cibo è vita, così come nell’Inconfondibile tristezza della torta al limone.
Nel Pranzo di Babette ogni piatto diventa invece vera arte.
Sempre nel cibo o attraverso di esso si cerca consolazione, amore, conforto o risposte, come nel caso di Nora Ephron che in Affari di cuore, saprà cosa fare del suo rapporto con il marito davanti al dessert della loro ultima cena insieme.
Ogni settimana per Ricette tra le righe adotteremo un libro.
Libro della settimana: La casa nel bosco
La casa nel bosco è un “memoir grastronomico-sentimentale” scritto a quattro mani da Gianrico e Francesco Carofiglio.
- Stiamo andando a chiudere la casa di campagna, prima di consegnare le chiavi al nuovo proprietario. Abbiamo deciso di dareun ultima occhiata, magarici prendiamo qualche oggetto, dei libri. Gli oggetti sono oggetti, le cose restano cose…
Due fratelli, entrambi scrittori, diversi per carattere, con vite e interessi diversi e.. come succede per molti fratelli non vanno molto d’accordo.
- Diciamocelo: mio fratello e io (Gianrico) siamo stati sempre diversi…
Loro malgrado si ritrovano a passare qualche ora insieme per svuotare la loro vecchia casa delle vacanze, la casa nel bosco di Mercadante, dove passavano tutte le estati da luglio a settembre.
- “La casa potevamo tenerla. Potevano rimetterla a posto e andarci a turno il fine settimana e magari passarci qualche giorno d’estate. Era bella anche d’inverno, con l’odore della legna, il tepore mentre fuori faceva freddo…”
- Come no. Ci saremmo andati di sicuri. Avremmo passato serate indimenticabili… anzi avremmo litigato per chi doveva usarla.”
- Mi morde lo stomaco andare là, a chiudere quella casa.
- A pensarci, quello era un mondo in cui c’erano più odori. Non so come dirlo. Odori di ogni genere. Buoni e cattivi.
L’occasione diventa un viaggio nella memoria del loro passato, della loro infanzia felice tra oggetti, ricordi, odori e sapori.
- Dagli odori. Olfatto e gusto sono legati, non è così?
Partiamo dagli odori e passiamo ai cibi. Buttiamo giù un elenco di quelli che ci vengono in mente. Intendo gli odori dell’infanzia e dell’adolescenza…
I due fratelli cominciamo a stilare una lista di odori e sapori che li accomuna:
il profumo del caffè e della colazione, del gelsomino e delle gardenie sul terrazzo. Del pane di Altamura “con la forma accavallata e la sua ruvida eleganza”.
Il profumo dei cornetti , dei sughi e degli arrosti. Il sentore di umido tipico della Foresta di Mercadante e il profumo della brace e edi camini
- La menta, la salvia, il rosmarino. E quella pianta che se strofinavi le dita sulle foglie ti restava il profumo…. Com’è che si chiama?
- La citronella.
Un viaggio che inevitabilmente riporta alla mente i sapori dei piatti pugliesi.
Piatti della tradizione “popolare e familiare” come gli spaghetti alla San Giuannid e la ciallèd.
La pasta al forno della nonna Maria fatta coi rigatoni e col “sugo grosso… dal colore intenso e dalla consistenza densa” e il polpettone al limone della nonna Italia con contorno di spinaci preparati in un tortino con pinoli e uvetta.La frittata di pasta e gli spaghetti all’assassina dello Zio Franco. Il purè di fave e cicorie, il panino col polpo alla brace, la classica tiella di riso, patate e cozze e dulcis in fundo la torta di ricotta di mamma Carmela.
Tra un ricordo e l’altro il tempo passa…
- Man mano che si è fatto buio, la casa è diventata più piccola. Solo un bagliore, vista da fuori. Ci sono ancora tante cose da sistemare e il senso strisciante di malinconia rischia di mutare in un sentimento più gonfio, meno controllabile, rigurgitante di troppe cose non dette. A occhio e croce, dice Francesco, ci vogliono altre due ore…
- Che facciamo?Torniamo domani?
- Forse tutti e due vogliamo celebrare fino in fondo la cerimonia degli addii dormendo qui dentro, fra queste mura affaticate dagli anni, fra questi mobili vecchi, carichi di sogni perduti. (Francesco<)
- Ripartiamo dalla foresta di Mercadante che è quasi mezzogiorno, dopo aver chiuso per l’ultima volta il vecchio cancello, senza dire una parola. (Gianrico)
I due fratelli tornano a casa e durante il tragitto decidono di preparare insieme la torta alla ricotta che regaleranno alla loro mamma insieme al vecchio ricettario ritrovato.
La ricetta: crostata di ricotta
Difficoltà: media Tempo: 40 minuti di preparazione + 60 minuti di cottura Stampo: 26 cm
Ingredienti:
Per il ripieno
- 500 g di ricotta
- 2 uova
- 100 g di zucchero
- vaniglia e cannella per aromatizzare
- gocce di cioccolato q.b.
- uvetta sultanina q.b.
- amarene snocciolate q.b.
Per la pasta frolla
- 150 g di burro morbido
- 95 g di zucchero a velo
- 1 uovo
- 35 g di fecola di patate
- 250 g di farina 00
- 3 g di sale
Per la decorazione
- 250 g di cioccolato bianco
- 200 ml di panna da cucina
- 1 cucchiaino di rum
Per la lezione di Ricette tra le righe ho leggermente modificato la ricetta dimezzando le dosi del ripieno e aggiungendo una crema al cioccolato per decorare.
Procedimento:
Preparate la pasta frolla mettendo in una ciotola il burro morbido con lo zucchero a velo, lavorate a crema, aromatizzate e aggiungete l’uovo, mescolate per ottenere un composto omogeneo, quindi unite la fecola e la farina.
Continuate ad amalgamare gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo, fatelo riposare in frigorifero per minimo 2 ore. Trascorso il tempo di riposo, prendete la frolla, toglietela dalla ciotola e lavoratela con un velo di farina su un piano lavoro, quindi ricompattatela a panetto e fatela riposare in frigo per altre 2 ore. Quando la pasta frolla sarà ben fredda con l’aiuto del matterello stendetela a uno spessore di 3 mm. e adagiatela in una teglia da crostata precedentemente imburrata e infarinata.
Con i rebbi di una forchetta bucherellate il fondo e mentre preparate il ripieno rimettete la frolla in frigorifero.
Per il ripieno, mettete la ricotta in una ciotola e lavoratela a crema con le uova e lo zucchero, aromatizzate con la vaniglia e la cannella, quindi unite “a sentimento” le gocce di cioccolato e l’uvetta sultanina.
Versate il ripieno nel guscio di pasta frolla e infornate a 180°C – modalità statica – per 60 minuti.
Mentre la crostata è in forno dedicatevi alla preparazione della crema di finitura facendo sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco ed emulsionandolo con la panna. Fate raffreddare, quando il composto sarà ben freddo montatelo a crema, mettetelo nella sac à poche e decorate la crostata ormai fredda.