Aglianico del Vulture: il vino principe della Basilicata
Wine Tour è il format podcast di Maison lizia per andare alla scoperta dei vitigni autoctoni, del vino e del suo terroir. Oggi scopriamo l’Aglianico del Vulture, il vino principe della Basilicata.
“Per fare il pane bisogna aspettare la lievitazione che può durare anche un’intera giornata, perchè non è vero che bisogna fare tutto di corsa. Le cose belle si possono avere anche aspettando, facendo passare del tempo.
Per fare questo vino c’è bisogno dell’acqua, del sole, del vento e pure del maltempo.
Quando fa troppo caldo il vino non viene buono. Non è vero che in Basilicata ci sono solo 4 fiumi, sono 5. Il quinto è un fiume rosso.
Come tutti i fiumi deve portare ricchezza e invece noi siamo rimasti sempre poveri.
Il vino lo facciamo solo per amore, perché è l’amore che muove il mondo”.
A parlare è Enotrio, il protagonista del film Wine to love, nonché umile produttore del vino Aglianico legato alla sua terra, la Basilicata.
Percorrendo le vie di questo magico territorio è come fare un viaggio nel tempo, fra tornanti e verdi boschi e un foliage che con le sue calde sfumature autunnali, colora il percorso che ti conduce alle pendici del Monte Vulture.
Siamo a Venosa, patria di Orazio, siamo in provincia di Potenza, qui il vulcano spento del Vulture domina il territorio.
La sua lava si mischia a un terreno ricco di argilla, calcio e azoto. Una terra tufacea che dà vita al vitigno principe della Basilicata: l’Aglianico del Vulture.
Un vitigno che vive in questo territorio da oltre duemila anni, tra le nebbie, la storia e la magia dell’Appennino meridionale.
Le sue uve si raccolgono tra fine ottobre e i primi di novembre.
Il grappolo, piuttosto piccolo, si presenta con acini di colore blu-nero intenso.
La colorazione intensa dei mosti e il suo grande corpo, in passato lo hanno vocato a a vino da taglio per altri vini più scarichi in colore e più leggeri.
Come recita Enotrio nel film è un vino fatto per amore, un vino che ha bisogno di tempo e fatto per chi sa aspettare.
Infatti, affinchè l’aglianico del vulture cominci a esprimere le sue qualità deve invecchiare dai 3 ai 5 anni, anche se dà il meglio a partire dai 10 anni di invecchiamento.
L’affinamento avviene in legno di quercia, ma c’è anche chi usa la barrique, con conseguente potenziamento dei profumi.
Grazie alla sua grande qualità, alla sua struttura importante, tanto corposo e tannico quanto elegante viene definito il Barolo del Sud.
L’aglianico del vulture, non sarà mai un vino leggero, anche se con il passare del tempo l’acidità si ammorbidisce.
Il profumo e il gusto sono intensi e fruttati: amarena, ciliegia, frutti rossi, tendenti allo speziato con una nota di pepe, mentre il colore è rosso rubino. Oltre all’intensità, quello che colpisce dell’Aglianico è la persistenza, motivo più che valido per evitare di berlo giovane e dargli il giusto tempo.
E’ il vino che racconta la Basilicata e che si fregia dal 2011, dell’unica denominazione Docg della regione.
Un vino vulcanico, grazie proprio al terreno su cui il vitigno nasce.
Secondo il disciplinare dopo tre anni di affinamento viene definito “vecchio”, dopo cinque “riserva”.
Conosciuto quasi esclusivamente come vino rosso fermo, il disciplinare prevede anche la tipologia Aglianico del Vulture Spumante DOC.
In questa versione il vino si carica di brio e leggerezza, diventa il fresco protagonista di aperitivi estivi, arricchiti da prodotti della tradizione lucana.
Un vino con tali caratteristiche non è difficile da portare in tavola. Gli abbinamenti dell’Aglianico sono molto semplici.
È un vino che si abbina sia alla carne bianca che alla carne rossa che alla selvaggina.
Sposa le carni al forno e alla griglia.
Il risultato di questo abbinamento è di grande equilibrio perché i tannini dell’Aglianico sgrassano la bocca, così come le carni ne assorbono l’astringenza.
Un vino legato legato al suo territorio sposa sempre i prodotti tipici del luogo.
Quindi un valido abbinamento dell’Aglianico è con i formaggi saporiti e stagionati, come il pecorino di Filano, il canestrato di Moliterno o il caciocavallo podolico, così come sposa bene i taglieri ricchi di salumi locali, tra prosciutti, capocolli o salsicce secche condite di San Severino Lucano.
L’Aglianico del Vulture è uno di quei vini che non può mancare nella cantina di un appassionato di rossi da invecchiamento.
Così come per un wine lover non può mancare un tour fra le terre della Basilicata.