Maison Lizia
Primi piatti,  Ricette

I piatti pugliesi raccontati a tavola

Noi non siamo solo quello che mangiamo, siamo anche le storie che abbaimo sentito, le favole con cui ci siamo addormentati da bambini, i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato e le emozioni che un quadro, una foto, una poesia ci hanno dato.

Si, perchè il  cibo è parte integrante della civiltà, e del luogo in cui viviamo.

Il cibo non solo ci permette di sopravvivere, ma ci accomuna in quanto presente sia nella vita  di ciascuno, che in molti momenti di condivisione.

Il cibo allora non è solo nutrimento: è gusto da assaporare e tradizione da vivere e per questo può essere rappresentativo di una società.

Gli aspetti culturali dell’alimentazione sono molteplici: il cibo è vita, storia, tradizione, cultura di un popolo.

Quando queste storie e culture si incontrano allora possiamo dire di esserci seduti “a tavola con amore” e  proprio alla tavola di Maison Lizia si sono incontrate la cultura pugliese e la cultura tailandese in un fine settimana all’insegna della cucina tipica della nostra terra.

Cercare la storia di ciò che mangiamo, dalle materie prime alle ricette, è un ottimo modo per capire che a tavola non si soddisfano solo le papille gustative né si risponde semplicemente allo stimolo della fame: a tavola si entra in contatto con un mondo, un modo di pensare, di produrre, di materie prime che cambiano da luogo a luogo, capire ciò che si porta in tavola e anche capire un popolo.

Ecco perchè quando Fern,  una deliziosa ragazza di origini tailandesi che frequenta una specializzazione in fotografia e film-maker a Bologna e che per un fortunato caso del destino abbiamo conosciuto durante la presentazione del nostro libro “A tavola con amore” ci ha chiesto di conoscere i piatti della nostra tradizione, siamo state felici di ospitarla per  condividere le  ricette.

Sono state due belle giornate con le mani in pasta tra storie di tradizioni e ingredienti pugliesi, di brindisi e passeggiate tra i vicoli di Polignano e quelli di Matera.

Un full-immersion che meglio delle mie parole raccontano le foto di Eleonora.

Io invece vi lascio una delle ricette degustate con Fern alla nostra “tavola con amore”: profumo di tradizione, un piatto che ha unito la sapiente arte della nonna di fare la pasta in casa agli ingredienti poveri ma rappresentativi della nostra terra, grano arso, cipolla, pomodori e basilico.

Ma abbiamo anche preparato le classiche orecchiette al forno con polpettine e cotte nei tegamini di coccio, pasta con acciughe e pomodorini, friselle e Fern oltre ad aver degustato per la prima volta la pasta fatta in casa ha anche mangiato per la prima volta i nostri  caroselli.

E ancora sulla tavola pugliese certo non poteva mancare sopatavl e spingtur…

 

 

ORECCHIETTE E CAVATELLI  DI GRANO ARSO

Miscelare su una spianatoia 100 g di farina di grano arso con 300 g di semola rimacinata di grano duro e impastare con acqua q.b. fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo.

 

PROFUMO DI TRADIZIONE

200 g di pomodori, 1 cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti, olio evo, sale, origano, basilico, 100 g di pangrattato, 100 g di pecorino grattugiato, ricotta marzotica

Affettare la cipolla e riporla in una ciotola di acqua. Affettare i pomodori, oliare una pirofila e adagiare le foglie di basilico, le fettine di pomodori e la cipolla scolata dall’acqua, salare, pepare e proseguire con almeno un altro strato alternato di pomodori e cipolla, condire con un filo d’olio evo e completare con la panur preparata miscelando il formaggio al pan grattato e all’origano. Infornare a 180° per 30-40 minuti. Nel frattempo portare a ebollizione l’acqua, salare e cuocere la pasta (noi abbiamo preferito i cavatelli), scolare e condire con il preparato al forno, servire con una spolverata di ricotta marzotica e decorare con 1 foglia di basilico. A piacere si può servire con della cipolla caramellata per un ottimo contrasto di agrodolce.

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