Le basi della panificazione -parte prima-
La basi della panificazione con un focus sui diversi lieviti e sugli ingredienti per ottenere un buon pane.
Acqua, farina e lievito… mani, forno e pazienza…
Acqua, farina e lievito i tre protagonisti principali di questo magda che diventerà “pane”.
Ognuno di essi svolge un ruolo primario.
Le basi della panificazione: gli ingredienti
La farina più usata è quella di frumento.
Il chicco di frumento è formato da tre parti: crusca, germe ed endosperma.
La crusca è l’involucro che avvolge il chicco: il germe di grano è il suo cuore, ovvero la parte più nutriente del chicco che batte proprio al centro; l’endosperma è la parte più interna : ricca di amido e proteine.
Per questo motivo è utile usare nella panificazione una “farina di forza” ossia la quantità di glutine che la farina riesce a sviluppare contrassegnata da W 310 e P/L 0,5 perchè oppone resistenza alla deformazione del glutine, ha un’alta percentuale di proteine ed è adatta alle lente lievitazioni, inoltre proprio grazie al suo P/L avrà la giusta tenacia ed estensibilità.
L’ACQUA svolge molteplici funzioni:
– è fondamentale per la formazione del glutine
– dà elasticità all’impasto, è necessaria alla sua crescita
– moltiplica i lieviti
– è utile per sciogliere il sale migliorandone la sua distribuzione
Una temperatura troppo elevata dell’acqua (50°C) uccide i lieviti compromettendo la lievitazione stessa.
Le basi della panificazione: i lieviti
Una delle leggende vuole che fu proprio una donna nell’antico Egitto a inventare “involontariamente il pane lievitato” infatti si dimenticò la pasta per fare le gallette e al momento dell’utilizzo si accorse che era ricoperte da muffe, non avendo tempo di impastare nuovamente, rimpastò quello e lo infornò avendo così ” delle gallette lievitate” il faraone apprezzò molto la nuova ricetta….
- Lievito di birra: è quello più usato per la panificazione (metodo diretto) è un organismo vivente che trasforma gli zuccheri della farina in gas. Può essere fresco o secco o istantaneo. Il pane ottenuto sarà meno saporito e si conserverà per meno tempo. La lievitazione sarà di poche ore e il pane meno digeribile.
- Pasta acida o da riporto: (metodo di lavorazione indiretto) così come si faceva una volta che si conservava un pezzo dell’ impasto del pane. Si avrà un pane con sapore e aroma intenso, leggermente aciduli. Lievitazione lenta, si conserva per più giorni.
- Lievitino: un preimpasto semplice e veloce che accellera la lievitazione. (metodo indiretto veloce). La sua preparazione è legata agli ingredienti della ricetta, di solito si lavora il lievito di birra con 1/3 della farina e un pò di acqua fino ad ottenere una pastella omogenea. Si lascia lievitare per 30-40 minuti a 28° (raddoppio del volume) e si procede con l’impasto finale.
- Lieviti naturali: poolish, biga, lievito madre, licoli composti già lievitati che si aggiungono all’impasto per una migliore distribuzione dei lieviti, per un pane più croccante, saporito e digeribile in quanto la sua fermentazione sarà più lunga.
- Poolish: miscela lievitante semiliquida per ottenere pani più profumati, gustosi e capaci di durare più a lungo rispetto a quelli con lievito di birra. Il poolish si ottiene miscelando in parti uguali la farina con l’acqua a cui si aggiunge il lievito in quantità variabile al tempo di lievitazione.
- Biga: o lievito serale perchè si prepara la sera per l’impasto del giorno successivo
- Li.co.li: lievito in coltura liquida, qui l’ossigeno è più presente rispetto alla pasta madre questo significa meno rinfreschi è più velocità nella sua fermentazione per un pane più morbido, fragrante e con meno acidità.
Le basi della panificazione: la pasta madre
il segno della vita e della continuità, il sancta sanctorum della liturgia alimentare della famiglia.
E’ il mucchietto di pasta inacidita al punto giusto, da conservare e rinnovare come un tesoro.
Le nostre nonne lo conservavano religiosamente coperto al buio e lo prestavano alla vicina in caso di necessità come cosa preziosa, abitudine che sta tornando in “auge” fra le amiche che hanno riscoperto il piacere della panificazione.
Il pane con “pasta madre” sarà soffice, fragrante, con un alta digeribilità e una lunga conservazione con un sapore unico.
Ma se non abbiamo un’amica “spacciatrice”?
Vorrà dire che ci cimenteremo noi nella sua preparazione.
Le basi della panificazione: la ricetta del lievito madre
La mia ricetta è di facile esecuzione e dal successo garantito, richiede solo un pò di pazienza:
- 300 g di farina
- 1 dl di acqua
- 50 g di yogurt naturale o 1 cucchiaino di malto o miele
- 1/2 mela grattugiata
Lavorate tutto insieme fino ad ottenere un impasto omogeneo, mettere in una ciotola e coprire con un cannovaccio inumidito, lasciar lievitare a 22-25° per 48 ore, quindi togliere 400 g di pasta ed aggiungere altrettanta farina con 200 dl di acqua, impastare e lasciar riposare per altre 48 ore…. procedere al rinfresco della “madre” per 4-5 volte ogni 48 ore, a questo punto è pronta per essere utilizzata!
Si conserva in frigo e rinfrescato ogni 2-3 giorni, si conserva per anni e col passare del tempo migliora ampliando la gamma di aromi.
La quantità di pasta da prelevare è indicativa (+/- 120 g per 500 g di farina) per usarla basta rinfrescarla, prelevare la dose necessaria da far lievitare fino al raddoppio del volume e conservare l’altra “madre” in frigo fino al prossimo rinfresco…
Le basi della panificazione: altri ingredienti
- Sale: conferisce sapidità, ne garantisce l’elasticità dell’impasto dando un pane con mollica compatta e ne prolunga la conservazione grazie alla sua azione antibatterica. E’ opportuno aggiungerlo sempre alla fine dell’impasto per evitare che blocchi la lievitazione.
- Zucchero o malto o miele: accelerano la fermentazione dell’impasto, va aggiunto all’inizio in quanto attivano i lieviti. Inoltre, conferiscono al pane una maggiore consistenza e il classico colore della crosta.
- Latte: si può sostituire all’acqua per un pane con mollica più soffice
- Siero si latte o yogurt: per una consistenza della mollica quasi bagnata, più simile a una torta
- Grassi (olio- burro..): ricoprono il glutine creando una barriera tra la farina e il lievito, questo rallenta la fermentazione e quindi i tempi di lievitazione, vanno aggiunti all’impasto dopo una prima lievitazione (dopo che è partito il processo di autolisi). Si avrà un pane con mollica molto morbida.