Alla scoperta della Valle d’Itria
Alla scoperta della Valle d’Itria, svelando i suoi candidi borghi da Locorotondo a Martina Franca, da Ceglie Messapica a Ostuni.
Viaggiare lento per godersi il paesaggio, per riappropriarsi del proprio tempo, per conoscere la propria terra.
Una terra varia e autentica, con la campagna punteggiata dai caratteristici trulli, con i suoi borghi tutti bianchi, con i suoi muretti a secco che delimitano vigneti e uliveti.
Dove all’orizzonte il blu del mare si confonde con l’azzurro del cielo.
Dove l’aria profuma di rosmarino ed erbe aromatiche, di zagare, gelsomino e oleandri.
Chi conosce la Puglia avrà ben capito che sto parlando di quel lembo di terra che va dalla provincia più a sud di Bari fino ad arrivare ai confini dell’alto Salento: la Valle D’Itria.
Un lembo di terra magico, con un paesaggio imponente ma fresco che invita il viaggiatore a immergersi nella cultura locale del territorio con le sue tradizioni, assaporando i suoi piatti tipici, sorseggiando i suoi vini, perdendosi tra vicoli e vicoletti.
In fondo la “valle dei trulli” denominata Valle D’Itria prende il nome dalla Madonna dell’Odegitria.
La Madonna che indica la via e protegge i viandanti, secondo il culto orientale dei monaci basiliani che si insediarono in questo territorio nel 977.
In questa valle il viaggiatore si sente in effetti protetto tra il cielo azzuro e immobile, tra i campi di grano riarso, tra i muri calcinati di un bianco candido che invitano proprio alla lentezza e all’ozio.
Non basta però attraversare questo magico paesaggio, bisogna assaporarlo fermandosi nei suoi altrettanto magici borghi, da Noci ad Alberobello e Locorotondo, da Martina Franca a Cisternino, da Ceglie Messapica a Ostuni.
Senza dimenticare di visitare le sue belle spiagge tra Torre San Leonardo e Torre Canne.
Una costa dove le antiche torri sono circondate da ulivi, macchia mediterranea alternate a zone umide e dune di sabbia come l’area Marina protetta di Torre Guaceto.
I borghi della Valle D’Itria
Alberobello: dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Il toponimo della città deriva da Sylva Arboris Belli ovvero “selva dell’albero da guerra” un querceto che anticamente ricopriva il territorio.
Secondo la storia i primi trulli cominciarono a comparire in questa zona tra il ‘400 e il ‘500. Devono la loro particolare forma al fatto che le casette costruite tutte a secco potevano essere facilmente demolite per passare cosi inosservate ed evitare di pagare le tasse al Regno di Napoli.
Il centro storico affascina con la sua magica atmosfera grazie ai suoi 1400 trulli divisi nei due rioni di Monti e Aia Piccola.
Passeggiando tra le strette e tortuose stradine non può mancare la visita al Trullo sovrano o a Casa Pezzolla che si caratterizza per essere composta da ben 15 trulli comunicanti tra di loro.
Locorotondo: sorge sulla sommità di un colle da cui domina tutta la Valle d’Itria.
Il suo nome proviene dal tardo latino “Locus Rotundus” che significa appunto luogo rotondo in ragione del suo sviluppo circolare sulla sommità di una collina.
Le sue case dette cummerse profumano di calce e si caratterizzano per i loro tetti spioventi con le due falde fatte di pietra calcarea.
Se Locorotondo affascina con il suo bianco candore al mattino, fa sognare al tramonto. Quando la luce d’oriente si insinua tra i muretti a secco e si diffonde tra le viuzze e nei vicoli colorandoli di ocra.
E la sera? Non può mancare un romantico aperitivo fra i filari di vigneti terrazzati ai margini del borgo.
Martina Franca: il salotto barocco della Valle D’Itria.
Si caratterizza per i suoi palazzi e le sue dimore patrizie dai balconi grondanti di fiori. Si passeggia tra i suoi candidi ed eleganti vicoli, lungo i portici di Piazza dell’Immacolata o nel centro storico tra piazzette di ciottoli e chiesette.
Ceglie Messapica: tappa gastronomica da non perdere per i buongustai.
I suoi stretti vicoli sono dominati dal castello.
Di origine messapica e dal gusto orientale, domina il territorio circostante con la sua acropoli.
Cisternino: uno dei borghi più belli d’Italia.
Dal cuore medioevale, il suo centro storico rievoca un villaggio orientale con case imbiancate a calce, vicoletti lucidi grazie alla pavimentazione con chianche, dalle case con le corti nascoste.
Sapevate che Cisternino è noto il tutto il mondo come centro delle energie positive? Tanto che dal 1979 il primo ashram fondato in occidente.
Ostuni: la Città bianca detta anche Regina degli ulivi.
Arroccata su tre colli appare in tutta la sua bellezza, candida all’orizzonte tanto da togliere il fiato.
I suoi bianchi e stretti vicoli ti accolgono e quando giungi in cima alla collina lo sguardo si perde all’orizzonte tra il verde delle chiome degli ulivi, il rosso della terra e il blu del mare. Un paesaggio dove spiccano le bianche masseria e i tetti grigi dei trulli.
Perchè è detta la città bianca?
Pare che una delle motivazioni sia che gli abitanti decisero di dipingere di bianco le proprie abitazioni affinchè la luce del sole riflessa sulle case potesse accecare i nemici da un eventuale attacco.
Anche se nel 1800, un ordinanza comunale imponeva a tutti gli abitanti di dipingere le case a calce a scopo igienico per evitare il pericolo delle peste che aveva già colpito la città.
Per questa occasione oltre alla pittura in bianco di ogni abitazione, gli ostunesi hanno eretto in Piazza della Libertà un obelisco alto 20 metri con la statua di Sant’Oronzo per ringraziarlo di aver protetto la città dalla peste.
Perchè regina degli ulivi’?
La campagna della città è abitata da ulivi che hanno anche un centinaio di anni e formano distese intere di piante secolari che offrono lo spettacolo di tronchi contorti come fossero vere e proprie sculture.
Il paniere della Valle D’Itria
Ingredienti genuini e ricette tradizionali caratterizzano tutta la Valle D’Itria, ma da ogni centro possiamo riempire il nostro paniere con i prodotti più tipici.
Alberobello: l’amaro dei trulli o l’amaro dei brigante preparato con ben 28 erbe diverse.
Locorotondo: terra di vino, da il nome alla Strada dei vini Doc Locorotondo – Martina Franca. Coinvolge il territorio della Murgia dei Trulli, che attraversa i comuni di Alberobello, Martina Franca, Locorotondo, Fasano, Cisternino, Ostuni, Ceglie Messapica.
Quindi nel paniere non possono mancare un paio di bottiglie di vino Locorotondo Doc.
Ceglie Messapica: da mettere nel paniere il tipico biscotto cegliese.
Martina Franca: la città per chi ama il salumi.
Il suo celebre Capocollo era apprezzato già nel 1700 al Regno di Napoli.
Cisternino: a cena una tappa è d’obbligo a uno dei tanti fornelli pronti, annessi alle macellerie per gustare le famose bombette, fettine di vitello semplici o ripiene di caciocavallo, arrotolate e infilzate allo spiedo.
Dove mangiare: Sforno pizza a Martina Franca
Sia che passiate da Martina Franca al mattino, sia che passeggiate per i suoi vicoli alla sera un trancio di pizza “gourmet” ci sta sempre bene. Pertanto diventa d’obbligo la tappa da Sforno Pizza https://www.maisonlizia.com/stefano-callegari-sforno/
Dove dormire: Santarosa Relais **** a Noci
Noci: meta obbligata per chi ama l’enogastronomia è famosa per la produzione artigianale di latticini. Il suo centro storico è un susseguirsi di vicoli che nascono le tipiche gnostre – piccole corti antistanti le case -.
Proprio in questi vicoli, in un antico palazzo sorge il Santarosa Relais **** è un piccolo albergo di grande fascino perfetto come tappa di partenza per immergersi nel cuore della Murgia dei Trulli.
http://www.santarosarelais.it/index.php