Da un ‘ antica leggenda … le pettl di Santa Cecilia
Per i tarantini il giorno di Santa Cecilia apre le porte al natale e dà inizio al periodo dell’ avvento.
Ad ogni tradizione si lega una sapore ed ecco che la preparazione delle pettole rende piacevole l’ attesa della festa.
Un’ antica leggenda narra che il giorno di Santa Cecilia, una donna si alzò per preparare l’ impasto per il pane.
Dopo aver messo l’ impasto a lievitare sentì una dolce melodia e come ipnotizzata scese per strada e seguì gli zampognari per i vicoli della città. Quando tornò a casa si accorse che l’impasto era lievitato troppo e non poteva più essere usato per il pane. Tuttavia i suoi figli si erano svegliati e reclamavano la loro colazione.
Così la donna mise a scaldare dell’olio e cominciò a friggere dei pezzettini di pasta che nell’olio diventavano palline gonfie e dorate. Pensando che somigliassero alla focaccia ( in dialetto detta “pitta”) decise di chiamarle “pettel'” (ossia piccole focacce) e data la loro sofficità disse ai suoi figli che erano “l’ cuscin’ du Bambinell” (i guanciali di Gesù Bambino).
Quando finì di friggere tutto l’impasto, scese per strada coi suoi bambini per offrire le pettole ai zampognari che con la melodia delle loro pastorali avevano reso possibile quel miracolo.
Oggi le pettole sono una preparazione tipica pugliese, la cui ricetta varia in base alla diversa località.
un cubetto di lievito di birra ,
un cucchiaino di sale,
acqua q.b.
olio d’oliva per friggere.